Provocatorio, inaspettato, fuori da qualsiasi canone o, più brevemente, libero, il performer Achille Lauro e i suoi look hanno risvegliato il pubblico dell’Ariston durante il festival di Sanremo. Abiti scenici e inaspettati ma anche trucco e capelli strepitosi e decisamente teatrale hanno accompagnato ogni sua singola esibizione. Dietro i look Achille Lauro, c’è la costruzione di un personaggio che dà vita a show incredibili ma non senza significato. E sta proprio qui la diversità e il motivo per cui una buona parte del pubblico lo ha apprezzato tanto e lo segue assiduamente, in attesa che stravolga ancora i canoni classici e infranga le regole.
I look di Achille Lauro hanno caratterizzato il Festival di Sanremo 2020 proclamandolo vincitore di stile e audace sperimentatore, un vero e proprio istrione. Merito suo e del team che l’ha seguito e consigliato, tra cui Alessandro Michele, stilista di Gucci. Ma quelli sanremesi non sono stati gli unici outfit di Achille Lauro ad aver stravolto il mondo della moda.
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Lo stylist Nicolò Cerioni ha curato il suo look da cima a fondo, sfruttando anche le doti magiche del make up artist Simone Belli, che ha costruito il personaggio sul personaggio sera dopo sera.
Lauro ha interpretato 4 figure storiche, tutte icone della libertà, persone che, a loro modo, hanno gridato al mondo “me ne frego”, come il titolo del suo pezzo in gara.
San Francesco d’Assisi: è lui il primo personaggio interpretato e omaggiato da Achille Lauro. Tra gli abiti Festival Sanremo 2020 prima serata quello che più ha destato l’attenzione del pubblico è stato proprio quello del trapper.
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Prima è apparso avvolto in una cappa nera di velluto ornata da elementi oro. Ma poco dopo la cappa è volata via e ha svelato la micro tutina color nudo con cristalli, con la quale il cantante ha generato un gran stupore. San Francesco ha lasciato i suoi panni andando via dalla sua famiglia benestante per votarsi alla povertà per apparire in Mondovisione, sotto gli occhi di tutti, ma in chiave più glam.
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Nella serata dei duetti è stata la volta di Ziggy Stardust, alter ego di David Bowie, uno che ha sempre allontanato le etichette di genere.
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È arrivata poi, nella puntata finale, la Marchesa Casati Stampa, una donna che è vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900, lei stessa opera d’arte in persona, che amava esibirsi “fregandosene” delle convenzioni sociali.
Infine Elisabetta I Tudor, la “regina vergine”, chiamata così perché non è mai voluta diventare moglie di qualcuno, perché era sposata col suo popolo, per il quale è morta pur di non abdicare per curarsi.
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Tutti i look di Achille Lauro, dal primo all’ultimo, sono opera di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, anche lui promotore di messaggi forti e di una moda a dir poco teatrale.
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Il tutto è poi stato definito dal bravissimo make up artist Simone Belli, un vero talento nel mondo del trucco, che ha cucito con rimmel, ombretti e tanto altro ancora, delle opere visionarie e di forte impatto.
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