Nel 1 febbraio 1945 fu introdotto il suffragio universale: le donne si videro estendere il diritto di voto e, nel giugno 1946, furono chiamate a scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Cosa accadde il 1 febbraio del 1945? E’ una data importantissima per le donne italiane che si videro estendere il diritto di voto con un decreto legislativo luogotenenziale che sancì la possibilità delle donne italiane recarsi alle urne. Una valenza ancor maggiore dal punto di vista simbolico, venne data perché l’anno successivo anche le donne furono chiamate a scegliere tra Monarchia e Repubblica. Le donne potevano già votare, ma solo per le elezioni amministrative, nel 1924, con Benito Mussolini che aveva loro riconosciuto diritto di voto, mostrando di non temere l’elettorato femminile. Fu un atto demagogico, in quanto si era già deciso per la proibizione di qualsiasi elezioni, sostituendo tutto con i podestà e i governatori. A volere fortemente il diritto di voto per le donne furono Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, resistendo a tutte le opposizioni espresse da tutti gli schieramenti, motivate dal fatto che l’elettorato femminile veniva ritenuto sprovveduto e facilmente manovrabile.
A 154 anni dalla “Dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine” firmata da Olympe de Gouges che purtroppo le valse, la ghigliottina, in Italia finalmente le donne si poterono recare alle urne. Una prima volta che assunse una valenza ancor maggiore poiché avvenne in occasione del Referendum del 2 giugno 1946 in cui gli italiani furono chiamati a scegliere fra Monarchia e Repubblica.
La mattina del 2 giugno il ‘Corriere della Sera’ esce in edicola con l’ articolo intitolato “Senza rossetto nella cabina elettorale” con il quale invita le donne a presentarsi presso il seggio senza rossetto alle labbra. La motivazione è : “Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio.”
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