La maturità emotiva è la capacità di comprendere, gestire e assimilare le nostre emozioni e quelle degli altri. È strettamente relazionata con la resilienza: la virtù che ci aiuta a sopportare, assimilare e affrontare meglio le sofferenze, le crisi, i traumi e le difficoltà della vita.
Una persona emotivamente matura è una persona forte, felice, sicura di sé, più empatica e amichevole, che fa stare bene gli altri facendoli sentire a proprio agio, lavora bene in squadra, e di solito è molto creativa, ha la capacità di saper prendere buone decisioni.
In fondo tutte le difficoltà della vita sono difficoltà emotive, e la persona emotivamente matura semplicemente le sopporta meglio. L’aspetto peggiore del soffrire di una malattia, o di una qualsiasi disgrazia, sono l’ansia che provoca, la frustrazione, lo scoraggiamento, il vizio di confrontarsi con il prossimo, così ci si sente inferiori. La sofferenza peggiore è quella mentale, e in molti casi è causata dall’anticipazione di situazioni future. In questi casi la persona emotivamente matura è quella che meglio si adatta a queste crisi soffrendo di meno, perché sa che la vera felicità e la vera forza risiedono dentro di sé e sa come tirare fuori il meglio di sé nei momenti critici.
L’ età chiave che di solito fanno nettamente la differenza: l’infanzia e l’adolescenza.
Soprattutto l’infanzia, poiché queste sono le età in cui ci stiamo sviluppando in tutti gli aspetti, anche in quello emotivo.
Iniziamo a essere influenzati emotivamente fin dall’inizio della gravidanza: se noi genitori siamo emotivamente maturi, insegneremo ai nostri figli a esserlo, in modo naturale e molto efficace. L’esempio è la cosa più importante: che i genitori amino se stessi e si amino reciprocamente. La realtà è che la maggior parte degli adulti non può dirsi completamente matura dal punto di vista emotivo, per questo i complessi vengono trasferiti molto facilmente ai bambini.
Per fomentare lo sviluppo della maturità emotiva, un bambino ha bisogno soprattutto di tre cose: affetto, passare del tempo con i suoi genitori e che i suoi genitori empatizzino con lui. Se i genitori imparano a identificare le sue emozioni, il bambino imparerà a sua volta a identificarle, acquisendo intelligenza emotiva.
Per gli adulti la prima cosa è la formazione: leggere e conoscere (psicologia, emozioni, antropologia, conoscenze personali) vale davvero la pena investire in terapia.
Per la parte pratica invece abbiamo bisogno di imparare alcune strategie di regolazione emotiva, che ci aiutino a riprenderci e a calmarci ogni volta che qualcosa ci colpisce molto a livello emotivo.
In terapia si apprendono tecniche specifiche, ma ci sono anche molte attività naturali che possono essere di grande aiuto: l’arte, lo sport, la meditazione, la religione, la natura, scrivere un diario, cucinare, esprimere i propri sentimenti.
La pratica più universale per lavorare sulla propria maturità emotiva è la scrittura: avere una specie di diario in cui ci fermiamo a riflettere per iscritto sulla nostra vita e su ciò che ci circonda: come sono, come mi sento, obiettivi e desideri ho, come posso essere più felice.
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